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martedì 14 maggio 2013

Mendel

Prima di andare al video spieghiamo chi era Mendel!
Vedremo il lato del Mendel scienziato e del Mendel imbroglione!


È proprio a livello del metodo che si rileva un fondamentale contributo di Mendel: egli applica per la prima volta lo strumento matematico, in particolare la statistica e il calcolo delle probabilità, allo studio dell'ereditarietà biologica.
Mendel, dopo sette anni di selezione, identificò sette "Linee pure": sette varietà di pisello che differivano per caratteri estremamente visibili (forma del seme: liscio o rugoso; colore del seme: giallo o verde; forma del baccello: rigonfio o grinzoso; colore del baccello: giallo o verde; posizione dei fiori: lungo il fusto o in cima; colore dei fiori: bianco o rosa; lunghezza dei fusti: alti o bassi). Proprio le caratteristiche di tale pianta  si prestavano particolarmente allo studio, unitamente a un semplice sistema riproduttivo, grazie al quale il monaco poteva impollinare a piacimento i suoi vegetali. Operò con un vastissimo numero di esemplari perché sapeva che le leggi della probabilità si manifestano sui grandi numeri.
Mendel prese due varietà di piante di pisello completamente diverse, appartenenti alle cosiddette linee pure (ovvero quelle nelle quali l'aspetto è rimasto costante dopo numerose generazioni) e iniziò ad incrociarle per caratteri specularmente diversi: ad esempio, una pianta a fiori rossi con una pianta a fiori bianchi. Notò che la prima generazione filiale (detta anche F1) manifestava soltanto uno dei caratteri delle generazioni parentali (detta anche P) e ne dedusse che uno dei due caratteri doveva essere dominante rispetto all'altro: da questa osservazione trae origine la legge sull'uniformità degli ibridi. Incrociando poi tra loro le piante della generazione F1, Mendel osservò, in parte della successiva generazione, la ricomparsa di caratteri "persi" nella F1 e capì quindi che essi non erano realmente scomparsi, bensì erano stati "oscurati" da quello dominante. Osservando la periodicità della seconda generazione filiale o F2, (tre esemplari mostrano il gene dominante e uno il gene recessivo) Mendel portò le scoperte ancora più avanti:


Mendel, anche insegnante di scienze naturali, aveva sperimentato le sue ricerche su due tipi di piante di pisello odoroso. Le due piante, che si riproducevano per autoimpollinazione, presentavano caratteri antagonisti (cioè una aveva i caratteri dominanti e l'altra i caratteri recessivi), come ad esempio, il colore del fiore (rosso o bianco) la lunghezza del fusto (alto o basso)... il suo obbiettivo era quello di combinare i due individui ed esaminare i caratteri del "figlio". Così prese due fiori che presentavano un solo carattere diverso (cioè il colore del fiore bianco o rosso) accertandosi che provenissero da una linea pura, e incrociò le due specie artificialmente. Tagliò lo stame (organo riproduttivo maschile) del fiore rosso; prelevò del polline dal fiore bianco con un pennellino, e lo pose sul pistillo del fiore rosso. Aspettò che il polline del fiore bianco fecondasse il pistillo del fiore rosso, e aspettò i risultati. Da quel fiore rosso sbocciarono tutti fiori rossi, perché (come si scoprì molti anni dopo) il carattere dominante "fiore rosso", aveva prevalso sul carattere recessivo "fiore bianco". Quindi, dall'unione dei due fiori rosso e bianco, omozigoti di linea pura, aveva ottenuto (nella prima generazione che chiameremo F1, prima generazione filiale) tutti fiori eterozigoti rossi. E così formulò la sua prima legge sulla dominanza dei caratteri. Poi aspettò che questi ibridi si fecondassero e osservò la seconda generazione (F2) che aveva ottenuto. Ogni quattro fiori "figli", tre presentavano il carattere dominante (fiore rosso) e uno il carattere recessivo (fiore bianco). perché: RB (fiore rosso eterozigote) RB (fiore rosso eterozigote) alleleR alleleB alleleR alleleB possibili combinazioni: RR (fiore rosso omozigote); RB (fiore rosso eterozigote); BR (fiore rosso eterozigote); BB (fiore bianco omozigote). e così formulò la sua seconda legge.
 Il nostro simpatico amico,però, è vero che aveva ottenuto una vasta gamma di risultati utili, ma è anche vero che ci si deve soffermare su quest'ultima parola: UTILI! Mendel, aveva già una sua idea rispetto a ciò che sarebbe dovuto succedere, incrociando e facendo riprodurre piante di piselli (tra l'altro ermafroditi, quindi facilmente "accoppiabili") e di fiori e aveva magicamente ottenuto gli stessi risultati che si sarebbe aspettato, senza un minimo di errore! Parliamo veramente di magia? In realtà no:solamente di una piiiccolissima "frode". Ovvero: Mendel aveva scartato i risultati diversi dai quelli che immaginava, non tenendo conto delle mutazioni che avvenivano nei geni e quindi poi nella prole(dato che neanche poteva immaginare che potessero esserci mutazioni, sia perchè non aveva le basi scientifiche sia perchè, essendo monaco, credeva che ogni cosa creata da Dio fosse "incorruttibile", e così i geni). Quando questi risultati inaspettati comparivano... Sorpresa!! Nei suoi dati, che vennero pubblicati, queste variazioni erano SCOMPARSE!
Ora vi lascerò al video ;)

Link sugli esperimenti di Mendel!

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