Questo è un post di un'intervista ad una biologa italiana che,sessanta anni dopo la scoperta di Watson e Crick,studiando il Dna,scopre qualcosa di molto interessante! Sta a voi e alla vostra curiosità vedere di cosa si tratta:a mio parere è molto interessante.
La studiosa ha 26 anni e il suo studio è andato su «Nature Chemistry». Laureata al collegio Ghisleri adesso è a Cambridge con una borsa di studio
«Ho visto nelle cellule umane queste strutture “cuboidali” chiamate “G-quadruplex” (G sta per guanina, una delle basi del Dna) — racconta la biologa molecolare di 26 anni, che si trova a Cambridge per il dottorato —. Sono strutture secondarie alternative alla doppia elica che sono state studiate in provetta per anni. E dal momento che una volta formate sono molto stabili in condizioni fisiologiche si ipotizzava potessero formarsi anche in cellula. Ora sappiamo che si possono formare, ma è solo l’inizio. Scoprire o meno se abbiano una funzione sarà la parte difficile».
Come ha fatto a “scovarle”?
«Ho ingegnerizzato un anticorpo che lega queste strutture e l’ho utilizzato con una tecnica chiamata immunofluorescenza che ha permesso di visualizzarle in cellule umane».
«Ho ingegnerizzato un anticorpo che lega queste strutture e l’ho utilizzato con una tecnica chiamata immunofluorescenza che ha permesso di visualizzarle in cellule umane».
Si parla di una scoperta importante nella lotta contro il cancro.
«Voglio essere chiara su questo punto: la scoperta di queste strutture in cellula è solo l’inizio. Non sappiamo ancora se possano essere considerati biomarkers ad esempio in cellule tumorali. Quello che sappiamo è che sembrano formarsi soprattutto durante la replicazione del Dna. Potenzialmente se queste strutture si formano soprattutto durante la replicazione del Dna, allora “targettarle” con delle small molecules potrebbe avere effetti anti-proliferativi più significativi per quelle cellule che replicano continuamente, come quelle tumorali. Questa scoperta apre a un ventaglio di possibilità nuove, ma ora sono solo possibilità, abbiamo ancora molto lavoro da fare».
«Voglio essere chiara su questo punto: la scoperta di queste strutture in cellula è solo l’inizio. Non sappiamo ancora se possano essere considerati biomarkers ad esempio in cellule tumorali. Quello che sappiamo è che sembrano formarsi soprattutto durante la replicazione del Dna. Potenzialmente se queste strutture si formano soprattutto durante la replicazione del Dna, allora “targettarle” con delle small molecules potrebbe avere effetti anti-proliferativi più significativi per quelle cellule che replicano continuamente, come quelle tumorali. Questa scoperta apre a un ventaglio di possibilità nuove, ma ora sono solo possibilità, abbiamo ancora molto lavoro da fare».
Nessun commento:
Posta un commento